L'acanto (lat. Acanthus) è un genere di piante che ha foglie tagliate profondamente
con qualche somiglianza a quelle del cardo selvatico e della celidonia.
E’ una delle più comuni forme di pianta utilizzate per ornamenti e decorazioni a fogliame ed è presente a partire dall’Antichità classica, soprattutto nell’arte greca. In architettura viene utilizzato come ornamento inciso nella pietra o nel legno in forma di foglie e si ispira soprattutto alla specie mediterranea dell'Acanthus spinosus (o anche della variante Acanthus mollis).
E’ una delle più comuni forme di pianta utilizzate per ornamenti e decorazioni a fogliame ed è presente a partire dall’Antichità classica, soprattutto nell’arte greca. In architettura viene utilizzato come ornamento inciso nella pietra o nel legno in forma di foglie e si ispira soprattutto alla specie mediterranea dell'Acanthus spinosus (o anche della variante Acanthus mollis).
Nell'architettura della Grecia antica l'ornamento di acanto compare
nelle decorazioni vegetali degli elementi architettonici e nel capitello corinzio.
Durante l’epoca bizantina troviamo alcune delle più dettagliate ed
elaborate decorazioni a forma di foglie di acanto, le quali sono tagliate dal
basso verso l'alto e distribuite su di un'ampia superficie.
Durante il Medioevo l'impiego di questo motivo proseguì in particolare
nelle sculture e nell'intarsio su legno e nei fregi, sebbene venne fortemente
stilizzato. Foglie e girali d'acanto compaiono frequentemente ai bordi e
nell'ornamento delle lettere iniziali dei manoscritti miniati e si trovano
spesso combinati con palmette nei tessuti in seta.
Venne usato anche in epoca romanica e gotica, ma nel Rinascimento ebbe
un grande sviluppo ed impiego perché i modelli classici furono seguiti molto da
vicino e l'acanto divenne chiaramente riconoscibile ancora su larga scala nelle
architetture.
L’origine del perché le foglie d’acanto evocano questa ispirazione
artistica e letteraria la troviamo descritta nel IV libro del De Architectura di Marco Vitruvio
Pollione.
La tradizione narra che una giovane vergine di Corinto morì a causa di un’improvvisa
malattia. Dopo la sua sepoltura, la nutrice raccolse in un paniere gli oggetti
cari alla fanciulla e li depose sul sepolcro, dopo averli coperti con una
tegola perché non fossero esposti alle intemperie. La nutrice, involontariamente,
aveva posto il paniere sopra una radice di acanto. Quando giunse la primavera, i
nuovi germogli e le foglie crebbero
intrecciandosi attorno al paniere. L’artista e scultore ateniese Callimaco, trovandosi
un giorno a passeggiare nei pressi della tomba, rimase piacevolmente
impressionato dalla composizione che le foglie d’acanto avevano creato
avvolgendosi al paniere e ne trasse ispirazione per definire i canoni di un
nuovo modello architettonico, adottato per adornare i capitelli delle colonne dei
templi a Corinto. Tale ordine prese il nome di ordine corinzio.
A memoria della leggenda della fanciulla di Corinto, l’acanto, che
cresce spontaneamente nei campi incolti,
divenne in antichità simbolo di verginità e di trasformazione.
Nell’architettura cristiana, le foglie di acanto, con le loro spine,
simboleggiano la promessa della resurrezione.
Come l’acanto che, con le sue foglie dalle forme aggraziate, viene
posto a decoro degli angoli ombrosi e freschi dei giardini, la letteratura e
l’arte abbelliscono l’animo dell’uomo. Il simbolo delle foglie di acanto, un
tempo utilizzate per le loro proprietà lenitive, ci ricorda che il piacere
derivante dalla lettura o dalla visione di un’opera d’arte lascia qualcosa di
duraturo.
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