domenica 27 marzo 2016

Foglie d'acanto



L'acanto (lat. Acanthus) è  un genere di piante che ha foglie tagliate profondamente con qualche somiglianza a quelle del cardo selvatico e della celidonia.  
E’ una delle più comuni forme di pianta utilizzate per ornamenti e decorazioni a fogliame ed è presente a partire dall’Antichità classica, soprattutto  nell’arte greca. In architettura  viene utilizzato come  ornamento inciso nella pietra o nel legno in forma di foglie e si ispira soprattutto alla specie mediterranea dell'Acanthus spinosus (o anche della variante Acanthus mollis).

Nell'architettura della Grecia antica l'ornamento di acanto compare nelle decorazioni vegetali degli elementi architettonici e nel capitello corinzio.

Durante l’epoca bizantina troviamo alcune delle più dettagliate ed elaborate decorazioni a forma di foglie di acanto, le quali sono tagliate dal basso verso l'alto e distribuite su di un'ampia superficie.

Durante il Medioevo l'impiego di questo motivo proseguì in particolare nelle sculture e nell'intarsio su legno e nei fregi, sebbene venne fortemente stilizzato. Foglie e girali d'acanto compaiono frequentemente ai bordi e nell'ornamento delle lettere iniziali dei manoscritti miniati e si trovano spesso combinati con palmette nei tessuti in seta.

Venne usato anche in epoca romanica e gotica, ma nel Rinascimento ebbe un grande sviluppo ed impiego perché i modelli classici furono seguiti molto da vicino e l'acanto divenne chiaramente riconoscibile ancora su larga scala nelle architetture.

L’origine del perché le foglie d’acanto evocano questa ispirazione artistica e letteraria la troviamo descritta nel IV libro del De Architectura di Marco Vitruvio Pollione.

La tradizione narra che una giovane vergine di Corinto morì a causa di un’improvvisa malattia. Dopo la sua sepoltura, la nutrice raccolse in un paniere gli oggetti cari alla fanciulla e li depose sul sepolcro, dopo averli coperti con una tegola perché non fossero esposti alle intemperie. La nutrice, involontariamente, aveva posto il paniere sopra una radice di acanto. Quando giunse la primavera, i nuovi germogli e le foglie crebbero intrecciandosi attorno al paniere. L’artista e scultore ateniese Callimaco, trovandosi un giorno a passeggiare nei pressi della tomba, rimase piacevolmente impressionato dalla composizione che le foglie d’acanto avevano creato avvolgendosi al paniere e ne trasse ispirazione per definire i canoni di un nuovo modello architettonico, adottato per adornare i capitelli delle colonne dei templi a Corinto. Tale ordine prese il nome di ordine corinzio.

A memoria della leggenda della fanciulla di Corinto, l’acanto, che cresce spontaneamente nei campi  incolti, divenne in antichità simbolo di verginità e di trasformazione.

Nell’architettura cristiana, le foglie di acanto, con le loro spine, simboleggiano la promessa della resurrezione.

Come l’acanto che, con le sue foglie dalle forme aggraziate, viene posto a decoro degli angoli ombrosi e freschi dei giardini, la letteratura e l’arte abbelliscono l’animo dell’uomo. Il simbolo delle foglie di acanto, un tempo utilizzate per le loro proprietà lenitive, ci ricorda che il piacere derivante dalla lettura o dalla visione di un’opera d’arte lascia qualcosa di duraturo.

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