La parrocchia si costituì come tale nel 1487, staccandosi da
Bardonecchia. L’attuale edificio è il secondo in ordine di tempo delle
parrocchiali di Melezet; la prima, danneggiata da un incendio nel 1668 fu poi
abbattuta e totalmente ricostruita tra il 1694 e il 1698.
Dell'antica parrocchiale non è rimasto nulla che permetta di individuare
la sua struttura, ma sono sopravvissute alcune opere, salvatesi dall'incendio del
1668, e trasferite nel nuovo luogo sacro.
Alla chiesa si accede attraverso
ampie scalinate che conducono ad un vasto portico. Si notano delle nicchie nel pronao
e sulla parete alta della facciata principale che, sino al 1935, erano occupate
da statue lignee scolpite, per la nuova parrocchia, nel 1696.
Internamente si sviluppa a pianta rettangolare, costituita da
un'unica navata, nella quale le colonne laterali delimitano alcune piccole cappelle.
Il campanile, in parte originario alla costruzione della chiesa del sec. xv, è
stato ricostruito nella sua parte
inferiore ed è stata poi realizzata la cuspide ottagonale munita di otto "abbaini"
e da quattro "acroteri" angolari in pietra. Può essere definito un tipico
campanile dell'Alta Valle di Susa e del Delfinato, della famosa scuola di Melezet
imitante lo stile romanico lombardo, ma da cui se ne distacca per il coronamento
e per la guglia ottagonale.
Tra gli esempi di scultura lapidea conservati all'interno, è da notare il Fonte Battesimale che risale all'inizio del XVII secolo. La struttura e la decorazione sono molto semplici: una vasca a vaso fregiato da petali e poggiante su un piede polilobato. La struttura del ciborio ligneo posto sopra il fonte è formato da una struttura composta da sette pannelli lignei traforati e sormontati da una croce.
Di particolare importanza è il retable dell'altare maggiore, realizzato nel 1698-1699, che presenta una struttura slanciata a due colonne tortili, con ali e fastigio curvilineo; il coronamento si compone di una struttura aperta ed include un petit retable con l'immagine dell'Eterno circondato da una gloria di angioletti; sui lati chiudono l'impianto complicati ailleron. Ricca è la profusione di intagli: teste di cherubini decorano i basamenti, vivaci tralci di vite risalgono le colonne tortili, il dipinto ha una cornice traforata. Per le caratteristiche compositive e di stile l'ancona sembra confrontabile con gli analoghi esemplari che si conservano in Moriana e in particolare con gli altari della parrocchiale di Termignon che si ascrivono alla bottega dei maestri Flandin e Rosaz. I documenti parlano di un maestro forestiero a cui il curato Jerome Andrè, committente, avrebbe affidato la realizzazione dell'opera. Il retable conserva all'interno il dipinto della Madonna col Bambino, Sant'Antonio e un Angelo, ed è firmato e datato: "Giovanni Agnes des Geneis 1698". Il tabernacolo, che si confronta con quelli conservati a Bardonecchia e a Savoulx, riccamente decorato, risulta dai documenti messo in opera nel 1677.
Tra gli esempi di scultura lapidea conservati all'interno, è da notare il Fonte Battesimale che risale all'inizio del XVII secolo. La struttura e la decorazione sono molto semplici: una vasca a vaso fregiato da petali e poggiante su un piede polilobato. La struttura del ciborio ligneo posto sopra il fonte è formato da una struttura composta da sette pannelli lignei traforati e sormontati da una croce.
Di particolare importanza è il retable dell'altare maggiore, realizzato nel 1698-1699, che presenta una struttura slanciata a due colonne tortili, con ali e fastigio curvilineo; il coronamento si compone di una struttura aperta ed include un petit retable con l'immagine dell'Eterno circondato da una gloria di angioletti; sui lati chiudono l'impianto complicati ailleron. Ricca è la profusione di intagli: teste di cherubini decorano i basamenti, vivaci tralci di vite risalgono le colonne tortili, il dipinto ha una cornice traforata. Per le caratteristiche compositive e di stile l'ancona sembra confrontabile con gli analoghi esemplari che si conservano in Moriana e in particolare con gli altari della parrocchiale di Termignon che si ascrivono alla bottega dei maestri Flandin e Rosaz. I documenti parlano di un maestro forestiero a cui il curato Jerome Andrè, committente, avrebbe affidato la realizzazione dell'opera. Il retable conserva all'interno il dipinto della Madonna col Bambino, Sant'Antonio e un Angelo, ed è firmato e datato: "Giovanni Agnes des Geneis 1698". Il tabernacolo, che si confronta con quelli conservati a Bardonecchia e a Savoulx, riccamente decorato, risulta dai documenti messo in opera nel 1677.
Importanti sono inoltre gli Altari laterali del Santo Rosario
e di Sant'Antonio, sistemati nello stato attuale tra 1698 e 1699, contemporaneamente
alla realizzazione dell'altar maggiore. Tali opere uscivano probabilmente dalla
bottega del maestro Jesse di Embrun e si ispiravano all'impianto dei retable della
parrocchiale di Oulx. L’altare del Santo Rosario, il sinistro, presenta un dipinto
degli inizi del XVIII secolo, con l'immagine della Madonna del Rosario, San
Bernardino, Pietro di Lussemburgo, San Domenico, Santa Lucia, mentre l'altare
destro dedica l'icona al Santo titolare, Antonio.
Indubbiamente tra gli intagli
lignei gli oggetti più interessanti e più caratteristici sono i grappoli del
Melezet, pannelli con "cascate di frutta" che decorano la parete di
fondo dell'abside della chiesa, insieme a ghirlande di fiori e frutta poste
più in alto.
Prodotto tradizionale dell'intaglio della famosa scuola la cui
produzione sopravvive a tutt' oggi, recano una decorazione policroma vivace e
si datano intorno alla fine del XVII secolo.
Vanno inoltre notati l'ambone ottenuto riutilizzando le parti del pulpito settecentesco e il leggio che reca incisa la data 1700 e presenta un decoro vegetale stilizzato tipico dei prodotti ad intaglio della Valle.
I dipinti conservati all'ingresso sono datati intorno agli anni trenta del '700 e rappresentano la Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio. Un dipinto interessante, di evidente derivazione manierista, firmato da Paolo Gerolamo della Croce nel 1619, si trova nella parete destra del presbiterio, e rappresenta l'Assunzione della Vergine con gli Apostoli.

Articolo tratto dall'opuscolo
Parrocchie della Valle Stretta
Melezet e Les Arnauds
a cura della Diocesi di Susa
Vanno inoltre notati l'ambone ottenuto riutilizzando le parti del pulpito settecentesco e il leggio che reca incisa la data 1700 e presenta un decoro vegetale stilizzato tipico dei prodotti ad intaglio della Valle.
I dipinti conservati all'ingresso sono datati intorno agli anni trenta del '700 e rappresentano la Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio. Un dipinto interessante, di evidente derivazione manierista, firmato da Paolo Gerolamo della Croce nel 1619, si trova nella parete destra del presbiterio, e rappresenta l'Assunzione della Vergine con gli Apostoli.

Articolo tratto dall'opuscolo
Parrocchie della Valle Stretta
Melezet e Les Arnauds
a cura della Diocesi di Susa